È il 1518, a Edolo, in Valle Camonica, quando una tremenda siccità, unita a un morbo che uccide uomini e animali, getta il paese nel caos più totale. I villani sono esausti: le strighe hanno colpito di nuovo! Stanche di fòter e balar con Belzebù nei prati del monte Tonale, sono ridiscese a valle per spargere le loro polveri mefitiche su uomini e greggi. Quattro donne vengono ritenute colpevoli di tali delitti e, inseguite dal popolo inferocito, trovano rifugio nel palazzo del borgomastro.
Le quattro donne – una guaritrice, una prostituta, una nobildonna e una contadina – vengono a lungo interrogate dall’inquisitore, ma nessuna confessa. Eppure tra di loro si nasconde almeno una strega! Il popolo freme, la rabbia monta e ribolle tra la gente, la misura è colma. La folla grida i loro nomi: sono Finnicella da Roma, Maddalena Bradamonte, Angéle de la Barthe e Orsolina Toni “la rossa”. Entro domani mattina una delle quattro deve consegnarsi al braccio secolare, perché sia fatta giustizia. Una notte di tempo per decidere chi delle quattro dovrà sacrificarsi per le altre. Una notte di tempo per trovare un capro espiatorio. Una notte di tempo per decidere chi, tra le quattro sfortunate, dovrà essere arsa viva nella pubblica piazza.

La caccia alle streghe è un evento tristemente noto, che per molti secoli ha attraversato tutta Europa per giungere fino alle Americhe. Lamia, masca, janara, baugia, striga, stria, tante e tante ancora sono le varianti di “strega” ritrovate nei dialetti di tutta la nostra penisola. Lo spettacolo vuole raccontare, attraverso il puntello della comicità, alcune novelle, leggende e racconti folklorici, che hanno come protagoniste le donne. Ma fate attenzione, non si tratta di donne angelicate o assunte a oggetto di desiderio, bensì di maleficae, adescatrici, herbarie e meretrici, come ad esempio le donne smaniose di sesso raccontate nei fabliaux francesi, le donne ribelli della letteratura latina o le grandi peccatrici delle antiche scritture.
A fare da sfondo la più tremenda caccia alle streghe mai vista ai confini della Repubblica di San Marco: i roghi della Valle Camonica.

«Et pare che da quel tempo in qua siano trasferite le strigaria de albania in questa valle camonica» — GIUSEPPE DA ORZINUOVI, LETTERA

Presentazione di Marco Zoppello

Debutto

Estate 2024

Crediti

con Sara Allevi, Anna De Franceschi,
Eleonora Marchiori, Maria Luisa Zaltron
soggetto originale e regia Marco Zoppello
assistente alla regia Francesca Boldrin

scenografia Andrea Belli
costumi Lauretta Salvagnin
maschere Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare
disegno luci Matteo Pozzobon
scenografia di Andrea Belli, realizzata nella bottega di StivalaccioTeatro da Roberto Maria Macchi e Matteo Pozzobon
realizzazione costumi Antonia Munaretti
foto Anna Battistella

produzione StivalaccioTeatro